ieri...
un anno fa...
* San Martino di Castrozza. Il sito dell'
APT di San Martino si apre cosi: vieni a sciare sulla barriera corallina...
non poteva perciò non essere la nostra metà invernale...
San Martino è una piccola località turistica in provincia di Trento. San Martino è adagiato in un'ampia conca di prati e circondato da fitti boschi di conifere, ed è sovrastato dalle Pale di San Martino, un gruppo di vette dolomitiche che ha alimentato mille leggende. Tra queste la Leggenda del Mazzarol.
"El Mazzarol" è un ometto tutto rosso sia la pelle, sia i peli, con zoccoli di legno (Dalmede), con braghe e corsàt rossi e jachéta turchina, sempre in movimento, che compare qua e là quando meno te lo aspetti. Bisogna stare molto attenti alle sue orme perché se si mette disgraziatamente il piede sopra una delle sue impronte si rimane per sempre succubi della sua volontà, ci si dimentica della famiglia e dei ricordi passati e si è costretti a lavorare per lui e per il suo bestiame. La leggenda dice che se gli uomini sono diventati dei bravi casari, lo debbono proprio a lui. Ed ecco come accade.
Un tempo viveva a Primiero una bella ragazza, attiva e vivace, che spesso andava a raccogliere i frutti del bosco. Un giorno pose inavvertitamente il piedino sopra un’orma del Mazzarol. Subito con angoscia si sentì costretta a correre nel bosco fino ad una caverna, dove si sentì spinta ad entrare. All’interno vi trovò un omino tutto rosso che le diede il benvenuto e le alitò sul viso in modo che la fanciulla cancellasse dalla sua mente ogni ricordo del passato. Poi la ragazza si diede da fare volentieri per pulire tutta la caverna. In premio l’ometto le insegnò come si faceva il burro. La ragazza guardava affascinata l’omino che sbatteva forte forte la panna raccolta dal secchio del latte e infine assaggiò l’ottimo burro che sembrava avesse il sapore di tutti i fiori del prato.
Il giorno dopo con il latte scremato l’ometto le insegnò a fare il formaggio come premio per il suo lavoro. Un altro giorno il Mazzarol fece la ricotta e così i giorni passavano. La ragazza spazzava, pregava, lucidava e il Mazzarol faceva burro, formaggio, ricotta.
Col tempo anche la ragazza divenne una bravissima “casara”.
Dopo tanto tempo che non usciva dalla caverna, un giorno inaspettatamente la fanciulla venne accompagnata dal Mazzarol all’aperto, sui prati in montagna e lì vide pecore e mucche. L’ometto le disse che avrebbe dovuto badare agli animali e guai a lei se ne avesse perso un solo capo. La ragazza fu felice di questo nuovo compito da svolgere all’aria aperta. Seguendo le mandrie giunse su uno spuntone di roccia dal quale si dominava tutta la valle e lì… vide il suo villaggio, le case, la chiesa, la piazza… e allora le ritornò la memoria: Fiera di Primiero, il suo paese dove c’erano i suoi genitori, gli amici…
Liberata non si sa come dall’incantesimo, la ragazza ricordò tutto così, abbandonate le bestie, si mise a correre sfrenatamente verso valle, incurante dei richiami striduli del Mazzarol. Per convincerla a tornare l’ometto le diceva che le avrebbe insegnato ad estrarre la cera dal siero.
Ma la ragazza non gli diede retta. Arrivò in paese, raggiunse la sua casa dove poté riabbracciare i suoi famigliari. Tutto il paese accorse e a tutti raccontò la sua storia.
Quando furono terminati i festeggiamenti, la ragazza insegnò ai compaesani a ricavare dal latte il burro, il formaggio e la ricotta, prodotti tipici della valle di Primiero, apprezzati in tutto il mondo, soprattutto il secolo scorso quando il burro di Primiero raggiungeva perfino l’India.
Tuttavia ancor oggi nessuno è ancora riuscito ad estrarre la cera dal siero.
3 commenti:
Complimenti, che bel blog! Anche io ho una bimba di due anni...e mi pare impossibile che sia passato già così "tanto tempo" da quando è nata...
Ciao ciao
Tiziana
sono d'accordo ..che bel blog :-)
...forse sono un po' di parte ma ... di nipotina ne ho una sola :-) idem di migliore amica ;-)
grazie tiziana41 e benvenuta...
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